L’intervento di Dio è più potente del male

Matteo 13

La riflessione apocalittica è carica di domande, procede per immagini, astrazioni e simboli, ma nello stesso tempo è ben radicata nella difficile storia in cui si sviluppa.

Si tratta di tenere gli occhi aperti sulla realtà; il ricorrente invito a vegliare rimarca sostanzialmente la necessità di coltivare uno sguardo di fede sugli avvenimenti, illuminato da Gesù Cristo.

Si tratta decisamente di una riflessione sulle vicissitudini del tempo umano, finalizzato fin da subito a mettere in guardia da parole ingannatrici, volte sostanzialmente a sfruttare il senso di crisi, suscitando ansie ed eliminando la speranza nella salvezza divina. L’intervento di Dio è più potente del male: sarà il tempo della salvezza.

La situazione di temporanea assenza del padrone non è un vuoto o una situazione in balìa di se stessa. Egli è ancora presente proprio attraverso quell’exusìa affidata ai suoi servitori. Per questa autorità essi rendono presente la signoria del padrone di casa.

Si tratta del potere di Gesù di dominare le forze del male e di strappare l’umanità al potere del maligno, realizzazione terrena del potere escatologico di Dio come guida sicura della storia e giudice finale del mondo. La modalità di realizzazione di questo potere non è mondano, Gesù la realizza nella modalità del servizio. La vigilanza è l’atteggiamento di chi sa perseverare nella condizione sospesa della storia; è l’atteggiamento di chi riconosce di non poter dominare il tempo, che resta nelle mani del Padre; è l’atteggiamento di chi vive con sguardo di fede gli avvenimenti dell’esistenza. Se da una parte sembra regnare l’incertezza che spaventa il cuore degli uomini, dall’altra per il credente si apre la possibilità di meravigliarsi della responsabilità che gli è affidata da Dio in questo tempo del “già” e del “non ancora”.

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